Il Rubeo-Test è un’indagine svolta per verificare la presenza del virus della rosolia(Rubeovirus), malattia esantematica che, in gravidanza, può risultare rischiosa.

La rosolia, se viene contratta nell’infanzia, è generalmente a decorso benigno ed autolimitante (si osserva cioè la guarigione spontanea entro un certo lasso di tempo).
Se contratta durante la gravidanza determina una serie di problemi piuttosto gravi per lo sviluppo del feto. La quasi totalità delle situazioni patologiche si verificano in caso di infezione primaria, contratta cioè per la prima volta proprio durante la gravidanza.
Sia la probabilità che l’infezione materna venga trasmessa al feto sia la gravità dei sintomi del feto affetto diminuiscono rapidamente con il progredire della gravidanza: il rischio di infezione fetale con sintomi della malattia arriva all’80% se l’infezione viene contratta nelle prime 2 settimane di gestazione, diminuisce fino al 10% quando l’infezione è contratta entro la 14a settimana ed è

praticamente trascurabile per infezioni contratte dopo la 22a settimana. Una persona immune nei confronti della rosolia possiede anticorpi della classe G (IgG) virus-specifici, quindi la condizione di immunità viene diagnosticata in laboratorio tramite il Rubeo-test come IgG presenti e IgM assenti : non occorre ripetere l’esame ai successivi controlli.
La condizione di IgG assenti ed IgM assenti indica invece una condizione di non immunità: in questo caso il test va ripetuto ogni 4-6 settimane per monitorare l’assenza di infezione. Il sistema più efficace per prevenire la malattia è rappresentato dalla vaccinazione. Le donne non immuni, in vista di una possibile gravidanza, possono richiedere alla propria ASL la vaccinazione per la rosolia.

L’esame consiste in un semplice prelievo di sangue venoso.