Ci sono molti casi di fallimento nelle terapie dell’infertilità specie quando si esegue la Fivet o la ICSI. E’ necessario cercare di capire le possibili cause di fallimento con esami specifici per correggere condizioni anomale in un successivo tentativo. Si deve attuare, cioè, la personalizzazione massima delle diagnosi e delle terapie.
Tra gli esami più nuovi c’è l’identificazione di stati infiammatori o infettivi dell’endometrio che possono provocare un’endometrite e che, se presente, può impedire agli embrioni anche sani di impiantarsi o favorire l’aborto. Per questo il presso il nostro centro Biogene è possibile eseguire esami per cercare nel tessuto endometriale le plasmacellule che sono indice di endometrite cronica. Inoltre è bene eseguire un’endometriocoltura. In caso di positività a questi esami si eseguono terapie per curare l’endometrite e le infezioni endometriali.
La personalizzazione delle cure per l’infertilità si dimostra ancora una volta la chiave del successo persino nei casi più critici.
L’endometrite è un’infiammazione dell’endometrio, la membrana che ricopre la cavità uterina: può essere acuta o cronica e si trasforma in endomiometrite quando l’infezione non colpisce solo l’endometrio, ma anche il miometrio, (tonaca muscolare dell’utero; è notevolmente spessa ed è costituita da fasci di fibrocellule muscolari lisce, intervallate da uno stroma fibroso relativamente abbondante) avanzando nell’apparato genitale femminile.
Si differenziano due forme di endometrite:
- Endometrite acuta: colpisce prevalentemente le donne nell’immediato post-parto. La forma acuta della malattia è caratterizzata dalla presenza di micro-ascessi od agglomerati di leucociti neutrofili nelle ghiandole endometriali. Si stima che solo l’1-3% delle donne che hanno dato alla luce un figlio con parto naturale sviluppi un’infezione dell’endometrio, mentre le donne costrette ad un parto cesareo sono più a rischio (l’indice d’incidenza sale al 19-40%). Un’immediata cura antibiotica è, in genere sufficiente.
- Endometrite cronica: si manifesta più spesso nelle donne al di fuori del periodo gestazionale. L’endometrite cronica è contraddistinta dalla presenza di un numero variabile di cellule plasmatiche nello stroma endometriale (o tonaca propria). Anche in questo caso, la terapia con farmaci antibiotici risulta ottimale per allontanare i sintomi dell’endometrite.
CAUSE
Nella maggior parte dei casi, l’endometrite è causata da un’infezione multipla; come tale, l’infiammazione è quindi innescata da due o più patogeni.
Gli agenti eziologici maggiormente coinvolti sono batteri del tipo:
- Cocchi gram +: Staphylococcus spp., Streptococcus spp. (in particolare streptococco beta emolitico del gruppo B)
- Patogeni gram – : Escherichia coli, Klebsiella spp., Proteus spp., Enterobacter spp., Gardnerella vaginalis, Neisseria spp.
- Batteri anaerobi : Peptostreptococcus spp., Bacteroides spp.
- Altri: Mycoplasma spp., Ureaplasma spp., Mycobacterium tuberculosis
I sintomi principali sono febbre, irritazione dell’utero, dolore durante i rapporti sessuali, dismenorrea con mestruazioni dolorose, perdite vaginali con o senza sangue. Quando l’infezione si aggrava, i sintomi possono peggiorare: la febbre diventa elevata, la quantità di perdite vaginali diventa più abbondante, si possono notare emorragie.
Se non trattata in tempo può provocare setticemia, ascessi uterini, peritonite, infezioni annessiali, ascesso pelvico, infertilità, ematoma pelvico.
Come si cura l’endometrite? Ovviamente la terapia antibiotica è consigliata, mentre il raschiamento viene effettuato per rimuovere eventuali tessuti rimasti nell’utero. L’ago aspirato è consigliato per drenare eventuali ascessi, mentre in casi gravi è consigliato un intervento chirurgico. L’endometrio-coltura può essere utile in casi selezionati prima di una procreazione medica assistita.
Recentemente si è sviluppato un rinnovato interesse sul ruolo dell’endometrite cronica nell’aborto ricorrente e nei ripetuti fallimenti di impianto embrionario nei cicli FIVET.La prevalenza di tale infiammazione nella popolazione infertile si stima essere del 2,8% circa e si ritiene possa essere sottostimata in quanto la diagnosi istologica si basa sulla colorazione Ematossilina-eosina che sembra non sia specifica e sensibile nella diagnosi. Oggi attraverso una indagine immunoistochimica con l’uso del CD 138 (marcatore specifico ) la specificità di diagnosi di endometrite cronica è più alta in quanto la identificazione delle plasmacellule, caratteristiche di questa infezione è significativamente aumentata. questa sofisticata ricerca è in grado di individuare, una possibile infiammazione endometriale che altrimenti, con la metodica classica istologica, non verrebbe individuata e successivamente adeguatamente trattata.
Il campione endometriale viene raccolto attraverso una piccola cannula introdotta all’interno dell’utero, con una manovra non dolorosa per la paziente e che può comportare un lieve sanguinamento dopo la biopsia ed è eseguibile in regime ambulatoriale, oppure se la paziente preferisce può eseguire la biopsia endometriale direttamente durante l’isteroscopia, previ accordi con il proprio specialista di riferimento.
In entrambi i casi sarà compito del laboratorio Biogene fornire il materiale necessario per una corretta conservazione del tessuto endometriale prelevato.